Incredulità e amarezza sono i sentimenti con i quali Tessa Nardini, capogruppo di maggioranza in consiglio comunale, ha letto la raccomandata del dipartimento affari legali dell'Azienda USL Toscana nord ovest con la quale si diffida al rilascio di nuove affermazioni e si chiede il ritiro delle dichiarazioni rese, lo scorso luglio, in merito all'esperienza vissuta dal padre al pronto soccorso.
Ricostruendo brevemente i fatti, Nardini nella sua veste di cittadina, aveva denunciato alla Regione e pubblicamente quella che riteneva una grave disattenzione da parte del pronto soccorso dell'ospedale di Lido di Camaiore nei confronti del padre, immunodepresso, lasciato 24 ore su una barella nello stanzone comune del pronto soccorso, a stretto contatto con malati di ogni tipo, nonostante le raccomandazioni della famiglia e del medico curante perché venissero prese tutte quelle misure necessarie a tutelare la precaria situazione di salute del paziente.
Dopo qualche giorno allo stesso era stata diagnosticata una grave polmonite, tanto da finire in terapia intensiva e da far temere per la sua vita.
Da lì la denuncia della situazione da parte di Tessa Nardini, con una email ai vertici della Regione e sulla propria pagina Facebook, intervento poi ripreso da un quotidiano locale.
Il padre di Nardini adesso sta meglio ma la vicenda sta avendo strascichi sul piano piano giudiziario con quella richiesta di ritrattare le accuse, definite offensive e diffamatorie e tali da "minare il rapporto di fiducia tra utenza ed Azienda sanitaria locale", procurando addirittura "apprensione – è l'accusa dei legali dell'Asl – non solo sulla cittadinanza locale ma altresì su tutta quella popolazione che in questi mesi sceglie la Versilia come meta delle proprie vacanze".
Un metodo, quello della USL, che il sindaco Lorenzo Alessandrini ritiene inaccettabile, tanto da aver inviato una lettera alla dottoressa Maria Letizia Casani, direttore generale dell'USL Toscana Nord Ovest, con la quale si ricostruiscono i fatti, si punta il dito contro il metodo minatorio e si dichiara il Comune pronto a mettersi a fianco non della consigliera ma della cittadina Tessa Nardini, qualora la vicenda dovesse prendere le vie giudiziarie. Questo il testo della lettera inviata da Alessandrini.
"Gentilissima Direttrice, faccio riferimento alla inusitata comunicazione che il Vs. Dipartimento per gli affari legali ha fatto pervenire al Consigliere Comunale Tessa Nardini, a seguito di un intervento sulla stampa che la stessa ha ritenuto di effettuare per denunciare la vicenda terribile e assolutamente incresciosa in cui la sua famiglia è incorsa in occasione del ricovero del padre.
Dei fatti occorsi in quelle ore presso il Pronto Soccorso sono del tutto informato per averli vissuti minuto per minuto in modo indiretto, e so bene che la ricostruzione fatta dall'azienda nella diffida non è rispondente a quello che realmente è accaduto. Non intendo qui indagarne i motivi, ma sappiamo tutti che il nostro Pronto Soccorso vive criticità che saranno pure periodiche quanto si vuole, ma che esistono, a tal punto che i sindacati organizzano picchettaggi per questo e i sindaci si interrogano sul da farsi. Mi pare che la recentissima lettera del sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi, che condivido in toto a dispetto dei dati emollienti diffusi dall'azienda, abbia mostrato che il nostro ospedale sta attraversando nel suo complesso una fase delicata che va assolutamente attenzionata.
Tuttavia, in questa vicenda di Tessa Nardini balzano agli occhi alcuni particolari davvero preoccupanti: faccio riferimento al metodo con cui l'azienda, pur nel suo legittimo diritto di difendersi, sguinzaglia i propri uffici legali a minacciare di querela cittadini che hanno sofferto un disservizio grave, dopo aver perlustrato le loro abitudini private (perché la singolare scelta di mettere in indirizzo "c/o In viaggio con Tessa", locuzione che appartiene essenzialmente alla sua pagina Facebook?) invece di fare riferimento agli articoli di stampa o alle lettere da lei inviate formalmente alla Regione Toscana.
Vi è poi un aspetto gravissimo che inerisce all'accusa che l'avvocato ha rivolto a Tessa Nardini di aver approfittato del proprio ruolo istituzionale. Bastava leggere con maggiore attenzione l'articolo di stampa oppure recuperare la mail inviata alla regione, per comprendere che a parlare non era un politico arrogante ma una figlia ferita, addolorata e sconcertata per il trattamento subito dal padre nel suo ospedale di riferimento. Tessa Nardini ha scritto a titolo personale come semplice cittadina, ma il Vs Ufficio Legale sembra non se ne sia accorto o voluto accorgere, perché aveva bisogno di screditarla. Peccato però che assieme a lei il vs. Avvocato abbia messo in pregiudizio anche l'onorabilità dei consiglieri comunali di Seravezza, che sono persone specchiate che non utilizzerebbero mai il proprio ruolo per ottenere risultati privilegiati o per esercitare pressione sulla pubblica opinione. Dunque l'illazione contenuta nella diffida, destituita completamente di fondamento, oltre a non cogliere nel segno rappresenta un'iniziativa insultante verso il comune di Seravezza, che non intendo far passare sotto traccia.
Ciò significa che , al di là del fatto che porrò questo tema del comportamento aziendale nella prossima Conferenza dei Sindaci assieme a quelli sollevati dal dr. Murzi, vi rappresento che nel caso in cui voleste procedere contro Tessa Nardini, troverete anche da parte del comune di Seravezza adeguata resistenza in giudizio".