«Delle semplici scuse. Per l’assenza umana e fisica dei rappresentanti del Comune al processo d’Appello bis in corso a Firenze, che i delegati istituzionali di città vicine, della Provincia e della Regione hanno cercato di colmare con la loro presenza in aula. Per l’uscita dell’Ente, che rappresenta tutta la comunità di Viareggio, dal procedimento penale in corso per definire le responsabilità del disastro ferroviario che ha causato la morte di 32 persone, senza alcuna resistenza e senza alcun confronto. Ma per mero calcolo. Per la totale mancanza di dialogo, di apertura, di ascolto. E per quel tavolo della Memoria che è rimasto una bella, ma inespressa, opportunità. Per aver sottovalutato l’importanza della partecipazione e della solidarietà, anche emotiva, che hanno contribuito a formare – grazie al lavoro de ’Il mondo che vorrei’ – lo spirito del 29 giugno. Da cui Viareggio ha saputo ricominciare tredici anni fa, e con cui sta affrontando la strada in salita verso la verità, la giustizia, la sicurezza in ferrovia».
Delle scuse, una presa di coscienza sincera dai parte dell’amministrazione chiamata a governare la città, secondo il direttivo di Spazio Progressista «avrebbe potuto cambiare il corso di una storia, di condivisione, che ieri, in consiglio comunale, si è persa invece tra i tecnicismi con cui il sindaco Del Ghingaro ha tentato di giustificare la revoca di costituzione di parte civile, e gli applausi, inappropriati, con cui alcuni assessori l’hanno incoraggiato».
Nel mese di giugno la comunità viareggina dovrebbe unirsi nel percorso del ricordo, inevitabilmente del dolore, ma anche nella lotta. «Invece – prosegue Spazio Progressista – la massima assemblea cittadina si è divisa, a un passo dall’anniversario di quel disastro e a due dalla sentenza. Infettata da un’arroganza sfoggiata con preoccupante disinvoltura. Anche di fronte a chi ha perso una parte di vita; a chi, da quel momento, ha scelto di impegnarsi sul campo della sicurezza per salvaguardare la vita». «Non basta dire “se qualcuno ha sbagliato, è tutta colpa mia“, come ha detto il sindaco. Occorre ascoltare, comprendere e saper chiedere scusa, accollandosi anche le conseguenze di un errore. La solidarietà non è un esercizio di stile, è un impegno. Le parole, insieme alle amministrazioni, passano. I fatti restano. Le offese pure».
Spazio Progressista Viareggio: “Quelle semplici scuse, che non arrivano mai…”
Scritto da Redazione
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25 Giugno 2022
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