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Scritto da lucia paolini
Cultura
16 Settembre 2023

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E’ fermento intorno a tutto quello che riguarda il maestro Giacomo Puccini. Alcuni giorni fa sono iniziati i lavori sul Belvedere e di ieri è la comunicazione della nomina del direttore artistico: il maestro Pier Luigi Pizzi. Quest’oggi è stato presentato il calendario delle opere scelte per le celebrazioni del centenario della morte del maestro.

A fare gli onori di casa è stato il presidente Luigi Ficacci, che ha spiegato il forte legame tra amministrazione e fondazione, in un connubio necessario: “E’ importante il fatto che la fondazione abbia seguito le indicazioni dell'amministrazione comunale. Se si pensa che un comune sia responsabile dell’area territoriale che amministra, sembra una cosa ovvia ma è assolutamente specifica per il teatro Puccini, del suo strutturare un legame con i luoghi che aveva scelto come ambiente di ispirazione , di vita, di genesi, della sua malinconia universale e della sua immaginazione musicale che varia in tutti gli ambienti più diversi in ciascuna delle 12 opere della sua produzione. L’area sulla quale poggia il nostro teatro, l’area di una parte della vita del maestro Giacomo Puccini, è un soggetto urbanistico fondamentale. Tutta questa zona, il lago, Torre del Lago, è così strutturale alla missione di un’amministrazione comunale, che per me non solo è stata preziosa l’indicazione dell’ amministrazione comunale, ma assecondarla vuol dire immaginare qualche cosa di specifico in onore di Giacomo Puccini. Il compito che ho ricevuto è di creare qualche cosa di necessario, alla nostra comprensione della musica di Puccini.”

Per l’amministrazione comunale era presente l’assessore Sandra Mei che ha ringraziato per lo splendido lavoro fatto e per l’impegno che c’è stato da parte di tutti. Ha precisato che i festeggiamenti non saranno solo relativi alle opere in programma : “ si parla di passione, dedizione e professionalità, che queste persone ci mettono ogni giorno perché questo teatro viva anche oltre la musica. Oggi ad esempio siamo in pieno allestimento di Méleosmente, un festival dedicato alle emozioni. Entriamo ufficialmente in quello che è il programma del centenario della morte del maestro. Abbiamo iniziato i lavori sul Belvedere, per riscoprire e valorizzare i luoghi tanto amati dal maestro. Non solo il belvedere, abbiamo ancora tanti progetti da realizzare. Questo è un cantiere aperto e ricco di nuovi stimoli.”

Fondamentale per quanto riguarda la preparazione di tutte queste iniziative, il consiglio di indirizzo, con il presidente Filippo Gattai, che ha sostenuto il lavoro svolto fino ad ora e tutti i progetti futuri.

Affascinante la presentazione fatta dal neo direttore artistico, Pier luigi Pizzi, che è riuscito a tenere una platea attenta e partecipe. Emozionante il racconto dell’incontro di Pizzi con l’arte di Puccini, già da giovanissimo con la scenografia di Butterfly fino ad arrivare all’incarico attuale.

Una scoperta che si rivive nella scelta, ben studiata, delle opere che saranno in programma. Una scelta che ripercorre la carriera del maestro, in modo da poterlo scoprire, conoscere e vivere durante la sua evoluzione artistica. Ardita la scelta del dittico iniziale “Le Villi” ed “Edgar”. Edgar è una rarità sul palcoscenico operistico sia nazionale che internazionale, sono ben 16 anni che non viene presentato sul palco del Pucciniano. Edgar è la seconda opera di Giacomo Puccini, che venne presentata per la prima volta alla Teatro alla Scala di Milano il 21 aprile del 1889.

Subito dopo la scelta è andata alla Manon Lescaut del 1893 che viene considerata l’opera dove il maestro è stato riconosciuto nella sua grandezza. Immancabile la Bhoéme, in un nuovissimo allestimento che siamo curiosi di vedere anche a seguito delle tante polemiche dell’allestimento fatto quest’anno. Impossibile non chiudere con la Turandot. Anche questa avrà un nuovo allestimento, ma, viene dichiarato da subito, dal maestro Pizzi, che il finale sarà il finale che aveva dato Puccini. Non solo un finale segnato dalla morte del maestro, ma un finale che per molti è artisticamente corretto e che vede il resto come un’aggiunta non necessaria. Pertanto quest’anno la Turandot finirà con lo splendido e struggente pezzo della morte di Liù.

Tantissimi gli spunti di riflessione offerti dalle parole del maestro Pizzi, dalla necessità di dare l’importanza principale alle musica e al libretto: “Sono profondamente indignato davanti a vari spettacoli dove mi sembrava che la musica fosse trattata come una qualunque colonna sonora di un film non interessante. La musica deve restare in primo piano e il libretto è importante. Se il compositore ha costruito la sua opera è perché ha creduto nel libretto. Quindi noi dobbiamo credere nel libretto.”

Sorrisi tra il pubblico, quando ha parlato dell’attenzione alla parola che i cantanti stessi devono avere, non focalizzandosi “solo sulle vocali”.

Sentir parlare del processo creativo che muove la mente di Pizzi è affascinante, come il regalo del quadro che ha dato, raccontato la sua serata presso lo chalet del lago, dove ha visto il lago al tramonto e in un attimo, proprio sullo sfumare dei colori del tramonto, è riuscito a comprendere l’anima del maestro e a rivedere lo spegnersi di Liù. Ancora il luogo, che diventa esso stesso arte.

Con i suoi 93 anni Pizzi, ha un’esperienza nel mondo del teatro che è unica e una passione e una condivisione che sono rari. Ha ringraziato ad uno ad uno i collaboratori, dando importanza dalla sartoria, alle persone che lo hanno ascoltato e sostenuto, non mancando di dedicare un ringraziamento speciale al figlio. Una dimostrazione di una vita imprescindibile dall’arte della quale è intessuta.

Nessuna anticipazione sui nomi che caratterizzeranno il nuovo cartellone perché ha spiegato c’è la necessità di creare un vero cast, non solo scegliere chi canta bene Mimì, ma creare un gruppo, quindi capire se quella cantante perfetta per Mimì è in sintonia artistica con Rodolfo, Marcel, Coline e tutti gli altri. Non “un cast di agenzia” come ha tenuto a definirlo Pizzi, ma un vero e proprio cast creativo.

Con queste premesse sono grandi le aspettative per queste nuove produzioni, anche a seguito della Butterfly di Pizzi, che quest’anno ha riscosso un grande successo di pubblico e critica.

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