Ogni fine è anche un nuovo inizio. Questa sera, sabato 7 settembre, in occasione della serata conclusiva del Festival Pucciniano, che metterà in scena Madama Butterfly, sarà possibile ammirare la mostra itinerante che ha toccato molti dei luoghi più cari al Maestro Puccini. Promossa e patrocinata dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni Pucciniane, presieduto dal Maestro Alberto Veronesi, la mostra intitolata "Il Soffio della Vita" dell'artista svizzera Caroline Lépinay sarà esposta al Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago. Un'esposizione che celebra la rinascita del Maestro attraverso la sua immortale musica, destinata a vivere per l'eternità.
L'opera di Caroline Lépinay riprende il tema di Puccini, "Amore vincitore" in un ideale seguito de "La Bohème". In linea con il secolo in cui Puccini visse, la storia del sequel è scritta come un film muto ed è messa in scena sotto forma di una lunghissima serie di "diorami", suddivisi in 21 scene - veri e propri frame cinematografici - che accompagnano lo spettatore in questo "viaggio" nel mondo Pucciniano, guidandolo attraverso la musica del Maestro che permea l'ambiente. La mostra mette in risalto l'originalità delle opere che fanno uso della plasticità immerse in visioni oniriche sospese e illuminate dalla pellicola del cinema
Biografia di Caroline Lépinay
Svizzera-franco-canadese, Caroline Lépinay è nata da madre franco-italiana e padre francese. Istruita nelle arti visive con il metodo Martenot-Montessori, Caroline si laurea in Scienze Politiche e si specializza in Strategia e Gestione delle crisi. Oltre alla sua pratica artistica, è diventata consulente di leader politici e industriali francesi, canadesi ed emirati. Ha collaborato in qualità di artista interprete e di direttrice artistica, fonografica e videografica con il gruppo "La belle équipe" per Harry Williams productions a Parigi.
Nel 2009 a Montréal ha organizzato la mostra intitolata "Violino ed erranza", il cui capolavoro, "Il violino silenzioso" appartiene oggi al collezionista, filantropo e mecenate opera di Montréal, M. Davis B. Sela.
Nel 2019 in occasione della 58ª esposizione internazionale d'arte La Biennale di Venezia, ha creato la mostra intitolata "Love is blind/Bind for love" che rappresentava al tempo stesso un culmine nel suo lavoro di ricerca, un rinnovamento e una prima. I media hanno descritto questa mostra come "unica, diversa e commovente", ed è stata prolungata per mesi per rispondere alla domanda del pubblico. Nello stesso anno, l'artista ha organizzato una mostra fotografica intitolata "It takes two to tango" in collaborazione con la fotografa Ludovica Paloma. Agli inizi del 2020 è stata invitata al museo Santa Maria della Scala di Siena, per la mostra "Love is blind/Blind for love" che è stata prolungata fino alla fine dell'anno.
Nel 2021 l'artista ha perso il padre e, per mettere in scena questa prova di vita, si è ispirata all'opera melodrammatica "La Bohème", che racconta una storia d'amore sconvolta da un destino implacabile, quello di una malattia mortale. Guardando il film-opera de "La Bohème", al momento della morte poetica di Mimì e della sofferenza espressa da Rodolfo, all'artista viene in mente che nella vita reale Rodolfo - l'artista - non potrebbe più essere lo stesso. La perdita di una persona cara stravolge tutti i nostri orientamenti e la prova del vuoto ci fa desiderare una sola cosa: "riportarla in vita". Da qui è nata l'idea di un sequel de "La Bohème".
La mostra itinerante “Il soffio della vita” arriva al Gran Teatro Giacomo Puccini
Scritto da Redazione
Cultura
07 Settembre 2024
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