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Scritto da Redazione
Enogastronomia
14 Marzo 2023

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È di quel geniaccio di Riccardo Riccà Santini il "Tordello d'Oro", l'ambìto Premio al Miglior Tordello della Versilia 2023.

Dalla sua 'bottega con cucina' Baccalà Vino e Merendino, sempre brulicante di gente e buongustai in quel di Capezzano Pianore, ha portato sul palcoscenico di questo seguito contest, una versione di Tordello dai sapori antichi.

Merito della vecchia ricetta della moglie Emiliana, rivisitata e cucinata, oggi, dalla agguerrita figlia Nancy.

Al secondo posto, a pari merito, gli altrettanto buoni tordelli di Demè di Pietrasanta e Bernardone di Camaiore.

La finalissima di questa seconda edizione del "Tordello d'Oro" si è celebrata in un affollato lunedì sera in un ristorante 'cult' della Versilia, La Dogana di Capezzano.

Ed è stato bello iniziare la serata con un assaggio, fuori-concorso, del 'Tordello Vittoriano', ovvero il tordello con olio e formaggio secondo la ricetta del compianto patron della Dogana, Vittoriano Pierucci.

Ed è stato emozionante risentire i suoi erbi nel pieno, l'olio dei suoi oliveti e il vino bianco delle sue vigne, in un aperitivo-tributo che ha visto tutto il locale alzarsi in piedi per un commosso e partecipato applauso a questo grande personaggio che ha scritto una parte importante di storia della ristorazione in Versilia.

A quel punto è partita la sfida, con l'assaggio dei tordelli dei tre finalisti, tutti preparati e titolati.

Si erano aggiudicati questa ambìta finale Il Merendino e Da Demè, precedentemente selezionati da un team di esperti, capitanati dall'organizzatore Gianluca Domenici, mentre Bernardone era stato eletto a furor di popolo attraverso un coinvolgente sondaggio su Facebook. 

Primo assaggio con il tordello del Merendino: farina di semola di grano nell'impasto, un pieno dai sapori decisi con l'aggiunta di due ingredienti particolari come le animelle e lo schienale, e infine un sugo altrettanto saporito.

Senz'altro un'interpretazione decisa, coraggiosa, senza compromessi. Che ha convinto la giuria.

Siamo poi passati ai tordelli di Bernardone, realizzati dal giovane ma già esperto Maurizio Domenici, dal bordo spesso in linea con molta tradizione camaiorese, un pizzico di peporino nel ripieno ed un sugo messo volutamente sul piatto a coprirne solo una parte in modo che il commensale potesse gestirselo per ogni singolo boccone. Stile perfetto per gli amanti del classicheggiante.

Infine Demè, con i tordelli della vulcanica ed esperta signora Giulia Tarabella, da una ricetta della nonna che risale all'inizio del '900: i suoi gioiellini di piccola dimensione, quasi delle caramelle, hanno mostrato al palato un pieno di sostanza e sapore ed un sugo avvolgente ad accompagnarli in maniera ideale. Piccoli tordelli da mangiare in modo compulsivo, uno tira l'altro.

Insomma, tre delizie proposte in tre versioni molto differenti tra loro, a dimostrazione di come il tordello, piatto principe dalla cucina di terra versiliese, si possa interpretare davvero in tanti modi diversi.

Ai microfoni del conduttore della serata Claudio Sottili, l'ideatore e organizzatore della appassionante sfida Gianluca Domenici, ha sottolineato che la gara è solo un pretesto per mettere sotto i riflettori un piatto così importante per la cultura di questa terra, un piatto ambasciatore del "gusto-Versilia" e che mangiamo benissimo un po' ovunque.

"Non esiste - sottolinea Domenici - una ricetta codificata, un disciplinare del tordello. Quindi, forse, non esiste in assoluto 'il miglior tordello'. Ognuno di noi ha in mente un tipo di pasta, di pieno e di sugo preferito. Ecco perché - prosegue - il nostro concorso è solo un pretesto per mettere sotto i riflettori tutte le varie tipologie che troviamo nella nostra splendida Versilia, tordelli e ristoranti che anche negli anni a seguire andremo a selezionare e a premiare, per una manifestazione che si pone come obbiettivo non tanto la gara ma, semmai, l'esaltazione della cultura gastronomica della nostra terra".

La cena, sotto la perfetta regia gastronomica del proprietario della Dogana Daniele Pierucci, si è poi conclusa alla grande con un secondo piatto, il coniglio alla cacciatora 2.0, ed un dessert, il millegfoglie con crema chantilly e caramello, dello chef della Dogana Luigi Piscopo. 

Alla fine, con molto pathos nelle affollate sale, ecco la proclamazione del vincitore del Tordello d'Oro, con la consegna della statuetta in cartapesta realizzata dagli artisti di Carta Colla e Fantasia.

Riccardo Santini, che vanta una lunga storia fra i tavoli della Versilia, è salito così sul palco con la figlia e cuoca Nancy e, assieme a lei, entrambi emozionatissimi, ha voluto dedicare questa vittoria alla amata moglie Emiliana, una vita passata ai fornelli.

Le seconde classificate, le due titolari Elisa Meconi di Bernardone e Giulia Tarabella di Demè, erano comunque soddisfatte  del loro importante piazzamento che le vede comunque su questo prestigioso podio a rappresentare l'eccellenza della Versilia per questa illustre pietanza.

La serata, ricca di aneddoti e cenni storici sul tordello, è stata condotta magistralmente e allegramente da Claudio Sottili.

La giuria della finale era composta dallo chef Gioacchino Pontrelli, la giornalista Irene Arquint, l'ex ristoratore Marco Garfagnini, il food manager Gabriele Ghirlanda e il fotografo del food Lido Vannucchi.

 

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