Inaugura questa sera alle ore 18:00 una delle mostre più interessanti degli ultimi tempi: Mimmo Rotella il genio poliedrico.
Allestita all’interno di villa Bertelli, trova in quell’ambiente il nutrimento fertile per poterla accogliere nel suo massimo splendore. “Sono contento e onorato che la mostra si svolga a villa Bertelli – spiega Ermindo Tucci presidente di villa Bertelli – sempre di più, negli anni, la villa si sta trasformando in un museo. Devo ringraziare soprattutto gli organizzatori oltre che per il bellissimo lavoro, ma anche perché la fondazione ha deciso che la mostra sarà a ingresso gratuito. Questo non sminuisce assolutamente il suo valore, ma sono convinto che serva per un approccio da parte dei giovani. Ringrazio particolarmente per questo aspetto oneroso di cui si è fatta carico la fondazione e a voi va il mio plauso.”
Le cose belle vedono il connubio e la sinergia di molti, infatti è anche grazie all’amministrazione che la mostra ha visto la luce. “ La villa sta diventando un polo importante – dice il vice sindaco Andrea Mazzoni – con una prospettiva di sviluppo culturale che penso che sia fondamentale sopratutto per un paese come Forte dei Marmi e soprattutto per i fortemarmini. C’è stato forse un po’ un allontanamento culturale da parte del paese, ma la fondazione, è frequentata tutto l’anno ha riavvicinato alla cultura.”
Presente tra i vari organizzatori un nome importante per quanto riguarda lo sviluppo e la divulgazione artistica: Oblong Contemporary art gallery. “ Grazie – annuncia Paola Marucci - sopratutto perché il comune, la fondazione Rotella e villa Bertelli, ci considerano un interlocutore per fare proposte di tipo culturale. A maggio inaugureremo una mostra di un artista colombiano, Gustavo Velz, che caratterizzerà con le sue sculture di bronzo e in acciaio tutta l’estate fortemarmina.”
Molte le menti e le mani dietro una mostra che è unica. “Lo spirito con cui abbiamo promosso questa mostra – racconta Nicola Calan, presidente della fondazione Rotella – è legato alle opere. Abbiamo qui delle opere importantissime dal punto di vista storico, dal punto di vista del percorso culturale, che passa dagli anni ‘50 con la prima opera realizzata da Mimmo Rotella e già questo è straordinario essere i primi a portarla in mostra, fino ai giorni nostri. La mostra è nelle opere. Queste opere sono molto molto delicate dal punto di vista strutturale, perché sono realizzate su materiali che deperiscono e hanno la necessità di non essere mosse con grande frequenza e abbiamo deciso di muoverle per portarle qui a Forte dei Marmi proprio perché crediamo che sia una sede degna.”
Mimmo Rotella è sicuramente un artista conosciuto, ma per chi non conoscesse le sue opere, arrivare con un’infarinatura sul sul lavoro vi farà apprezzare ancora di più quello che state osservando. A raccontare con maestria e interesse la mostra è il giovanissimo curatore Edoardo Falcioni. Un nome che sicuramente troverà la sua strada visto che scherzosamente è già stato definito da alcuni un “giovane Sgarbi”. Ecco il quadro che ne fa Falcioni: “ Etichettare o categorizzare l’artista nato a Catanzaro in stringenti parametri nozionistici o entro un campo di azione definito, se non addirittura limitarsi a classificarlo esclusivamente come parte di
un movimento o di una corrente, risulterebbe un compito di difficile.” Attraverso un escursus degli anni artistici di Rotella, Flacioni ce lo presenta come un genio che ha anticipato i tempi: l’artista non si pone soltanto come un genio rivoluzionario ma anche come un vero e proprio anticipatore: se nella New York degli anni Ottanta sarà dato risalto a un nuovo linguaggio proveniente dai graffiti e
dall’arte di strada, già trent’anni prima Rotella fu in grado di appropriarsi del manifesto stradale come simbolo di una coniugazione urbana rappresentativa del boom economico e della crescente euforia di quegli anni per narrare al pubblico una poesia visiva tutta sua, proveniente dalla strada ma arricchita dall’intervento dell’artista stesso nel suo studio.” Una delle caratteristiche dell’arte di Rotella è “lo strappo”. Tornato dagli Stati Uniti negli anni ‘40 dichiarò che oramai tutto era stato detto, un momento di crisi che era comune in quegli anni, ma che ha risolto con questa nuova tecnica. “Proprio da questo contesto Rotella arriverà ad effettuare “lo strappo”, che è, prima ancora che un gesto, una protesta nei confronti della pittura tradizionale, come ebbe modo di testimoniare l’artista in prima persona: “strappare i manifesti dai muri è l’unica rivalsa, l’unica protesta contro una società che ha perduto il gusto dei mutamenti e delle trasformazioni strabilianti [...] Ho abbandonato la pittura da cavalletto per questa protesta”.L’atto di strappare il manifesto per poi creare opere d’arte presentate come pittoriche, andrà a rappresentare il principale strumento che contraddistinguerà per tutta la vita la poetica di Rotella.”
Una mostra tutta da scoprire. Indiscutibilmente unica.
La mostra è a ingresso libero.
È aperta al pubblico tutti i giorni nei seguenti orari:
maggio, giugno, settembre dalle 16:00 alle ore 19:00;
luglio e agosto dalle 17:00 alle 22:00
Resta chiusa nei giorni dei concerti di Villa Bertelli Live 2023.
