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Scritto da lucia paolini
Forte dei Marmi
22 Novembre 2022

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È il maestro Sgarbi a inaugurare questa mattina la mostra di “Julius Evola lo spirituale nell'arte” nella bella cornice di villa Bertelli a Forte dei marmi.

Allestita da Beatrice Avanzi e Giorgio Calcara, la mostra nasce come riscoperta di un autore che viene considerato il più importante poeta e pittore del Dadaismo in Italia, reinterpretato come astrattismo mistico.

È Beatrice Avanzi, esperta di arte italiana del XIX e XX secolo e responsabile dell’area Arte Moderna del Mart, già conservatore ai Musées d’Orsay e de l’Orangerie di Parigi e curatrice della mostra a inserire la mostra all’interno del giusto periodo storico: “Julis Evola è stato un filosofo e uno scrittore e per molto tempo è stato dimenticato e oscurato per le sue idee più vicine alla destra più estrema. Quello che noi abbiamo voluto fare è costruire l’opera di Evola artista. Ha una produzione artistica che si svolge in un periodo brevissimo dal 1915-16 al 1922, quindi si ferma proprio sul limite degli eventi storici. E’ stato importante rivalutare l’opera di Evola nelle avanguardie. Era stato dimenticato nelle storiche mostre del futurismo perché sulla sua figura c’era una sorta di dannazione. Riscoperto negli anni ‘60, Evola ricomincia in quegli anni a dipingere, ma nel 1921 dichiara il suo suicidio artistico e la fine della sua attività artistica. Nella mostra abbiamo cercato per la prima volta di mettere insieme l’opera quasi completa di Evola".

Allestita in collaborazione con Giorgio Calcara, autore di numerosi saggi a carattere antropologico e artistico sul rapporto tra sacro e profano e il concetto di simbolo, Calcara ha parlato anche della produzione letteraria di Evola, definendola "in molti casi, non in maniera didascalica, le poesie sono la forma verbale e fonetica delle opere astratte che Evola ha dipinto, i suoi dipinti sono la rivelazione cromatica di quelle parole. Evola comincia a scrivere poesie quando era nella sua tenda da tenente.La poesia e la pittura, che lui spesso definisce parola oscura e paesaggio interiore, sono la misteriosa cifra con cui Julius Evola, si affaccia nell’avanguardia italiana agli inizi del ‘900".

Una mostra ricostruita che riscopre il carattere dell’artista nella sua interezza “con Guido e con Giorgio - racconta Beatrice Avanzi - siamo andati a ricercare le opere nei posti più impensati, suonando i campanelli di case romane, dove erano rimasti per tanto tempo, proprio da quei famosi anni ‘60 dove venne fatta la prima mostra a Roma. Abbiamo rintracciato quasi tutte le opere e siamo grati di presentarle.”

La migliore sintesi della poetica dell’artista viene proprio da Avanzi che spiega “Il futurismo di Evola è un futurismo che tende alla spiritualità a mondi alchemici ed esoterici, mondi psichedelici. Questo è anche il motivo per il quale Evola abbandona poi il futurismo nel 1918, perché troppo legato al mondo materiale e si avvicina al dadaismo, di cui Evola può essere considerato il più importante esponente in Italia. Inizia un percorso di una spiritualità che lui ne suoi quadri chiama paesaggio interiore. Sono opere che non hanno più un legame con la realtà ma che attraverso i colori, le forme le scritte, tendono a esprimere una spiritualità profondissima, che è quella che poi Evola porterà avanti per tutta la vita”.

Guido Andrea Pautasso, della fondazione Evola è intervenuto dicendo: “Il messaggio che vorrei dare a nome della Fondazione Evola è quello di vedere questa mostra come il percorso affrontato da Evola, che è molto particolare perché ha attraversato le avanguardie, è passato dal futurismo, all’astrattismo, al dadaismo, fino ad approdare ad una certa arte che potremmo chiamare psichedelica”.

Ad arricchire la presentazione la presenza del maestro Vittorio Sgarbi, che ha spiegato il concetto di arte contemporanea in maniera molto schietta, spiegando il giusto equilibrio che intercorre tra arte, soldi e riconoscimento come artista contemporaneo.

Sempre provocante, dichiaratamente provocante, divertito dalle provocazioni che fa in modo arguto, Vittorio Sgarbi ha raccontato vari aneddoti del mondo dell'arte. Di Evola ha fatto un quadro lucido e entusiasta.

Il maestro si è poi trattenuto a conferenza finita, per poter vedere la mostra in tutta calma e è stato invitato a scoprire la "soffitta" di villa Bertelli.

La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle 16 alle 19. Chiusa il 25 dicembre e il primo gennaio. 

Ingresso: intero 8 euro, ridotto under 18/over 65 5 euro (i bambini fino a 10 anni non pagano).

I biglietti sono acquistabili a Villa Bertelli.

 

 

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