La serata finale del XXXVII Premio Letterario Massarosa ha avuto luogo ieri sera, coronando con successo una settimana ricca di eventi culturali e letterari che hanno coinvolto appassionati, autori emergenti e esperti del settore.
Il Premio Letterario Massarosa (PLM), nato nel 1947 da un'idea geniale di alcuni studenti universitari, si è affermato nel panorama letterario italiano come il terzo premio più antico, preceduto solo dal Bagutta e dal Viareggio.
La peculiarità del PLM risiede nel suo doppio sistema di votazione, un connubio tra la competenza della giuria tecnica e il coinvolgimento del pubblico. La giuria tecnica, composta da esperti del settore, seleziona le opere prime edite partecipanti al concorso e designa la cinquina finalista. Ma è la giuria popolare a decretare, in diretta durante la suggestiva cerimonia finale, il libro vincitore.
Quest’anno il premio è stato “adottato” dalla Fondazione Pomara Scibetta Arte Bellezza Cultura, che a ottobre ha firmato un accordo con il comune dove si impegna a sostenerlo sia economicamente che a livello organizzativo per i prossimi anni. A consolidare questo connubio, la fondazione ha donato la statua “Libero” realizzata da Emiliano Filippini che è un insieme di lettere dell'alfabeto apparentemente intrecciate che danno forma allo slancio del volo di un airone sopra l'acronimo PLM. Questa straordinaria scultura è stata scelta per diventare il premio di questa edizione.
All’interno del teatro Manzoni, la serata, presentata da Claudio Sottili è iniziata, con i saluti di rito. Il sindaco Simona Barsotti ha speigato quanto sia importante per la comunità il premio, citando Il filosofo Ralph Waldo Emerson che diceva: “Non andare dove il sentiero ti può portare, vai invece dove il sentiero non c'è ancora e lascia dietro di te una traccia”. Una frase che ha acquistato un valore ancora più profondo, quando i ragazzi delle scuole, vincitori del premio letterario scuola 2023, sono saliti sul palco.
80 le opere che hanno partecipato quest’anno, ma solamente 5 sono state scelte dalla giuria tecnica per poter andare in finale.
Accanto al premio della giuria tecnica, c’è il premio per la grafica di copertina e il premio della giuria popolare.
La giuria tecnica quest’anno era composta da Giuliano Pasini, vincitore dell’edizione 2012, Stefano Santini, che è oramai parte della giuria tecnica dal 2011, Paolo Casadio vincitore dell’edizione del 2016 e Nikolai Prestia vincitore della scorsa edizione, Nicoletta Verna, vincitrice dell’edizione del 2021, Maria Vittoria Nardini, docente di scuola superiore e scrittrice e Giuseppe Paoli, storico dell’arte, critico letterario e presidente di vari premi letterari e artistici italiani.
Prima di presentare i 5 finalisti, per non influenzare in nessuna maniera la giuria popolare, sono stati raccolti tutti i voti dei 50 giurati e dopo vari interventi tra cui il collegamento dal Brasile con l’ex presidente del premio Marco Lucchesi, si è entrati nel vivo del premio.
E’ Patrizia Lazzarini , attrice di teatro, cinema e tv, a raccontare al pubblico le sinossi dei cinque libri finalisti. Sono poi gli attori della compagnia Coquelicot a far assaggiare al pubblico i libri, mettendo in scena alcune pagine tratte da quelli che sono stati considerati i punti che maggiormente caratterizzano il testo. Per portare ancora di più lo spettatore all’interno del libro, Michela Lombardi, accompagnata dal maestro Andrea Garibaldi al pianoforte, concludono con una canzone, scelta dall’autore. A quel punto gli autori salgono sul palco per una breve intervista e per rispondere alle domande del pubblico. E’ un susseguirsi di emozioni, di libri uno diverso dall’altro, di atmosfere che cambiano e che tengono lo spettatore per mano e lo conducono tra tutti questi mondi diversi.
Il primo libro ha essere presentato è stato i libro che poi ha vinto sia il premio della giuria tecnica che quello della giuria popolare “Uvaspina”. Interpretato magistralmente da Paolo Simonelli, il libro di Monica Acito racconta la storia della famiglia Riccio e ha inizio in una chiesa, dove Graziella la Spaiata conquista il cuore di Pasquale, presidente del Circolo Nautico di Posillipo. Da questo amore nascono due bambini, Uvaspina e Minuccia, simili ma diversi, vittima e carnefice. Uvaspina, il primogenito dai capelli scuri, è docile e gentile, subisce gli abusi della madre e della sorella. Minuccia, invece, con il suo impeto intimidatorio, schiaccia e riduce il fratello a un'ombra.
Il secondo libro è stato Azzardo di Alessandra Mureddu. Ad interpretarlo è stata Ruta Papartye, che ha scelto un pezzo chiave, che racconta il momento più basso della vita della protagonista che ha una dipendenza con il gioco. La scelta di vendere i propri gioielli e la bramosia di giocare immediatamente una volta trasformati in denaro. Il dubbio, al banco dei pegni, quando la protagonista, incontra una signora in lacrime per la fatica di separarsi da un piccolo gioiello “grande quanto un unghia”, mentre lei ha oramai venduto tutto senza pensarci troppo. Un libro forte e intenso.
L’equilibrio delle lucciole di Valeria Tron, terzo finalista di questa edizione è un libro poetico che racconta la memoria. Racconta la storia di Adelaide che dopo una delusione d'amore, decide di tornare nel paese in cui è nata, un pugno di case di pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca, una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. Ad aspettarla, Nanà, novantenne custode della casa e della memoria. A portarlo in scena l’attrice Lucia Paolini, che ha scelto un pezzo in equilibrio tra realtà e immaginazione, dove la felicità è una scelta e la realtà non sempre è uguale all’immaginazione.
Il quarto libro selezionato non ha bisogno di grandi presentazioni, visto che ha già vinto il premio strega e è un libro controverso, contestato e che sta riscuotendo un grandissimo successo: Come d’Aria di Ada D’Adamo. Un libro che racconta la vita autobiografica dell’autrice con la figlia disabile. Affronta con delicatezza e onestà, paure e speranze di un genitore con un figlio al quale viene diagnosticato un grave handicap cognitivo. A metterlo in scena la giovanissima Elena Natucci, le sue mani affusolate, appoggiate su una sedia instabile, come un ancora impossibile, accompagnate dalle parole scelte, hanno reso in una manciata di minuti il senso profondo dell’essere genitore di un figlio disabile.
A chiudere i magnifici cinque un libro molto particolare, “Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il canton Ticino” di Davide Rigiani. Un libro dove la fantasia esplode e crea mondi e personaggi fantastici. Leonardo Larini, giovanissimo attore della Coquelicot, è riuscito a far capire l’atmosfera divertente e assurda che si respira nel libro, raccontando la storia di Tullio, un bambino di dieci anni, che cerca di passare inosservato, ma una volta incontrato il l’eolao, un animale fantastico e stravagante, si rende conto che non farsi notare non è più così facile.
Giuria tecnica e giuria popolare non hanno avuto dubbi, scegliendo “uvaspina”.
Il premio per la grafica di copertina è andato a Valeria Tron.