Pasta, se compri questo marchio ti stai suicidando | Il veleno fa meno male: ti mangi più pesticidi che carboidrati

Attenzione alla qualità della pasta - Pixabay - Lagazzettadiviareggio.it
La qualità di una marca di pasta è legata a molteplici fattori e a certe caratteristiche. Quello che conta però è riuscire a riconoscerle
In un Paese come l’Italia in cui la pasta è un pilastro dell’identità culinaria e per certi versi addirittura culturale, scegliere il prodotto giusto tra la miriade di marchi sugli scaffali può sembrare un’impresa.
Eppure, distinguere una pasta di qualità da una più scadente non è solo questione di prezzo o di notorietà del brand. In teoria esistono marche che in linea di massima è preferibile evitare ma non è tutto così scontato come sembra.
La pasta che acquistiamo al supermercato o al negozio di alimentari sotto casa deve possedere caratteristiche ben precise che, se osservate con attenzione, possono guidarci verso la scelta migliore per il nostro palato e la nostra salute.
Il punto di partenza è il grano utilizzato. La pasta di semola di grano duro di alta qualità si distingue per l’uso di grani pregiati, spesso coltivati in Italia o in aree specifiche del mondo rinomate per le loro condizioni climatiche favorevoli.
Pasta, guai a commettere certi errori: a rischio la nostra salute
Tanto per cominciare se sull’etichetta troviamo indicazioni come “grano 100% italiano” o “grano selezionato da...” siamo sulla strada giusta. Una pasta di qualità inferiore potrebbe utilizzare miscele di grani di diversa provenienza, meno controllati o con minor contenuto proteico.
Contrariamente a quanto si possa pensare una pasta di qualità non deve avere un colore giallo intenso e lucido. Questo potrebbe indicare un’essiccazione a temperature troppo elevate, che “brucia” la superficie e altera le proprietà organolettiche. La pasta di qualità superiore ha un colore giallo paglierino tenue, opaco e uniforme, segno di una lavorazione delicata e di una lenta essiccazione.
Pasta, ecco il passaggio più importante
La trafilatura al bronzo è uno degli indicatori più importanti. Questo processo, più lento e costoso, conferisce alla pasta una superficie ruvida e porosa, ideale per trattenere meglio il sugo e amalgamarsi perfettamente con gli ingredienti. Le paste di qualità inferiore sono spesso trafilate al teflon, un processo più rapido che produce una superficie liscia e lucida, meno capace di “catturare” il condimento.
Infine l’essiccazione, che rappresenta un passaggio cruciale. Le paste migliori sono sottoposte a una lenta essiccazione a basse temperature che preserva le proprietà nutritive del grano, il suo sapore e la sua struttura proteica. Un’essiccazione rapida ad alte temperature, tipica delle paste più economiche, può compromettere la qualità del prodotto, rendendolo meno digeribile e con una minore tenuta in cottura. La pasta di qualità, una volta cotta, deve rimanere al dente e non “scuocere” facilmente.