Legge 104, addio assegno mensile | Dopo questa età non ti spetta più: la pacchia sta per finire

Novità in vista sulla Legge 104 - Depositphotos - Lagazzettadiviareggio.it
Giungono importanti novità in merito alla famigerata Legge 104, la norma quella che regola il trattamento economico di chi assiste i disabili
Com’è noto la Legge 104, varata nel lontano 1992, permette l’accesso a numerosi benefici fiscali, sociali ed economici per tutte le persone affette da handicap e diversamente abili e per i loro familiari.
Si tratta di una norma dedicata all’assistenza, all’integrazione sociale e ai diritti dei disabili e ha lo scopo di garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia alla suddetta categoria di persone.
La possibilità di andare in pensione anticipatamente grazie alla Legge 104 e l’accesso a benefici come l’APE Sociale rappresentano tutele fondamentali per i lavoratori e per i caregiver che convivono con la disabilità.
L’APE sociale per chi non lo sapesse consiste nella possibilità offerta dall’INPS di andare in pensione in anticipo, se si hanno almeno 63 anni di età e determinati requisiti. Non è esattamente una pensione ma un’indennità a cui si ha diritto fino a quando di maturano i requisiti per la pensione effettiva.
Legge 104, quando non si ha più diritto all’assegno mensile
L’Ape sociale è pari all’importo della pensione che sarebbe spettata al momento in cui si presenta la domanda, nel limite massimo di 1.500 euro mensili ed è erogata direttamente dallo Stato e non comporta trattenute sulla futura pensione. Tuttavia un aspetto che spesso genera preoccupazione è la revisione dell’inabilità: esiste il rischio di perdere l’assegno INPS mensile o il beneficio dell’APE Sociale se la condizione di invalidità viene riconsiderata? Facciamo chiarezza.
La concessione delle prestazioni legate all’invalidità civile e alla Legge 104 è spesso subordinata a una verifica periodica delle condizioni sanitarie del beneficiario. Questa revisione serve a confermare che permangano i requisiti di salute che hanno dato diritto all’assegno di invalidità o ai benefici della Legge 104. L’obiettivo è garantire che i sussidi vadano a chi ne ha effettivamente bisogno.
La Legge 104 e i cambiamenti legati all’età pensionabile
Per quanto riguarda l’assegno mensile di invalidità civile è vero che se in sede di revisione, la commissione medica dell’INPS accerta un miglioramento significativo delle condizioni di salute che porta a un grado di invalidità inferiore a quello richiesto per la prestazione, il beneficio può essere revocato o ridotto. La questione è diversa per l’APE Sociale, il cui beneficio è una sorta di ponte verso la pensione di vecchiaia o anticipata.
L’APE Sociale è una prestazione di accompagnamento alla pensione di vecchiaia, ed è legata al mantenimento dei requisiti al momento della domanda. Se la condizione di invalidità è stata certificata al momento della richiesta e l’APE Sociale è stato concesso, anche se successivamente in sede di revisione il grado di invalidità dovesse diminuire, il beneficiario non perde il diritto all’APE Sociale già riconosciuto. Questo perché l’obiettivo dell’APE è accompagnare il soggetto alla pensione di vecchiaia, una volta verificati i requisiti all’accesso.