Stop ai risciò a Firenze - Wikicommons - Lagazzettadiviareggio.it
Un’ordinanza del Comune di Firenze scatena il dibattito politico: a partire da ottobre i risciò non potranno più circolare in centro
Una decisione storica è stata presa a Firenze, che diventerà la prima città d’Italia a regolamentare severamente la circolazione dei risciò. Dal prossimo 15 ottobre infatti questi veicoli a pedali, spesso utilizzati per tour turistici, saranno vietati nel centro storico, nell’intera area che rientra nel patrimonio UNESCO.
La mossa del Comune del capoluogo toscano mira a tutelare il decoro e la vivibilità di una delle zone più iconiche e delicate della città, spesso soffocata dal traffico e dall’eccessiva pressione turistica.
La delibera del Comune di Firenze risponde a una crescente esigenza di riordinare il flusso di veicoli e pedoni nelle vie più antiche e frequentate. I risciò pur essendo veicoli “green”, sono stati spesso oggetto di lamentele per la loro lentezza, l’ingombro nelle strade strette e la potenziale interferenza con la circolazione ordinaria.
La decisione di Firenze si basa su diverse considerazioni. In primis la tutela del patrimonio UNESCO: il centro storico di Firenze è un sito di eccezionale valore universale e la sua conservazione passa anche attraverso una gestione oculata della mobilità e del traffico veicolare, inclusi i mezzi atipici come i risciò.
Le strade del centro fiorentino sono spesso strette e congestionate. I risciò con le loro dimensioni e la loro velocità ridotta possono rallentare il traffico e creare situazioni di pericolo, sia per sé stessi che per gli altri utenti della strada, in particolare pedoni e ciclisti.
Alcuni risciò tra l’altro per il loro aspetto e il modo in cui vengono utilizzati sono stati percepiti come elementi di disturbo per il decoro urbano e l’immagine della città. La pressione turistica e la congestione veicolare influiscono direttamente sulla qualità della vita dei residenti, che vedono ridotti gli spazi a loro disposizione e aumentare le difficoltà di spostamento.
Il divieto, che entrerà in vigore dopo l’alta stagione estiva, darà il tempo agli operatori del settore di adeguarsi. È probabile che si sposteranno verso aree meno centrali o che modificheranno la propria offerta. Per il turismo la città si aspetta che i visitatori si affidino maggiormente alla mobilità pedonale, al trasporto pubblico o a mezzi più tradizionali e regolamentati, in linea con l’obiettivo di promuovere un turismo più lento e rispettoso.
Firenze si pone dunque all’avanguardia in Italia, assumendo una posizione ferma sulla gestione del turismo di massa e sulla protezione dei propri tesori storici. La speranza è che questa regolamentazione possa servire da modello per altre città d’arte italiane che affrontano sfide simili.
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