Scandalo sito sessista: indagini a Firenze, sospettato un 45enne
Si ampliano le indagini sul sito sessista - Wikicommons - Lagazzettadiviareggio.it
Si allargano le indagini relative all’ormai celebre sito sessista che ha scosso il mondo dell’informazione, della politica e dello spettacolo
In Italia quasi non si parla d’altro. Da qualche settimana ad occupare le prime pagine dei principali quotidiani e siti d’informazione è lo scandalo dell’ormai celebre sito sessista che ha scosso dalle fondamenta il mondo della politica e dell’intrattenimento.
Le ultime notizie in tal senso parlano di importanti novità relative alle indagini condotte dalla magistratura e partite in seguito a una serie di denunce. Il cerchio si starebbe stringendo intorno a un uomo di 45 anni residente a Firenze.
Sarebbe lui stando alle prove raccolte dai pubblici ministeri il presunto gestore del sito web Phica.eu. La notizia, pubblicata dal quotidiano “Domani”, rivela il nome dell’uomo: Vittorio Vitiello, nato a Pompei e titolare dal 2023 di una piccola società in Italia.
Il sito, finito al centro delle cronache per la pubblicazione di foto e commenti gravemente sessisti, prendeva di mira donne in vista tra cui politiche, influencer e attrici, con l’intento di denigrarle e di minarne la credibilità.
Lo scandalo si allarga, Firenze è al centro dell’inchiesta
Un attacco vile e anonimo, che ha sollevato un’ondata di indignazione e ha spinto le vittime a reagire, denunciando l’accaduto alle autorità competenti. Le indagini condotte con l’aiuto di sofisticati strumenti informatici, hanno permesso di risalire a Vitiello.
Gli accertamenti tecnici hanno collegato le sue attività online alla gestione del sito. Le perquisizioni effettuate nella sua abitazione a Firenze hanno permesso di raccogliere prove decisive, che ora sono al vaglio degli inquirenti.
La svolta e i dettagli sulle indagini
Il caso di Phica.eu ha messo in luce una problematica complessa e diffusa: quella della violenza di genere online. L’anonimato della rete infatti, spesso incoraggia comportamenti offensivi e denigratori che possono avere conseguenze psicologiche e professionali devastanti per le vittime. La battaglia contro questi reati, sebbene complessa, sta dimostrando di poter dare risultati. La denuncia, in questi casi, è l’unica via per ottenere giustizia.
Se le indagini dovessero confermare le accuse, Vitiello potrebbe essere chiamato a rispondere di reati come diffamazione aggravata, ma non è escluso che possano essere contestati anche altri illeciti. Il suo caso sarebbe un monito per tutti: la rete non è una zona franca, e chi si nasconde dietro un profilo anonimo per offendere e denigrare le persone può essere individuato e punito.