Politica

Lettere anonime a consigliere comunale di Fratelli d’Italia, indagati due politici

Un fatto increscioso ha creato instabilità all’interno del consiglio comunale di Prato. Un consigliere di FdL ha ricevuto lettere anonime

La politica toscana da qualche giorno a questa parte è scossa da un’inchiesta che getta un’ombra su presunti giochi di potere e vendette personali, peraltro ancora tutti da verificare e approfondire.

Sta di fatto che la Procura di Prato ha iscritto nel registro degli indagati due figure politiche di spicco della realtà cittadina per una serie di reati che includono la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite e la diffamazione.

Le indagini si concentrano su alcune lettere anonime inviate al consigliere di Fratelli d’Italia Tommaso Cocci, missive che avevano l’obiettivo di danneggiare seriamente e di compromettere la sua reputazione.

I due indagati sono Claudio Belgiorno, ex consigliere comunale di Prato nelle file di Fratelli d’Italia e Andrea Poggianti, vicepresidente del Consiglio Comunale di Empoli, che ha lasciato il partito guidato da Giorgia Meloni nel febbraio del 2024.

La dinamica degli eventi e le relative accuse

I due sono accusati di aver agito in concorso continuato, orchestrando una campagna di diffamazione e calunnia ai danni dell’avvocato Cocci. Secondo le prime ricostruzioni l’indagine sarebbe partita da una denuncia presentata dall’avvocato Cocci, che ha ricevuto diverse lettere anonime contenenti accuse infamanti e la minaccia di diffondere materiale intimo e sessualmente esplicito.

Le lettere scritte a mano sono state analizzate dagli inquirenti, che hanno utilizzato tecniche di analisi della scrittura e delle impronte digitali per risalire agli autori. L’inchiesta che si trova ancora in una fase preliminare, ha messo in luce presunti contrasti all’interno del partito.

Assemblea di Fratelli d’Italia a Prato – Wikicommons – Lagazzettadiviareggio.it

Sospetti e veleni all’interno di Fratelli d’Italia

Si ipotizza che il movente sia legato a una guerra di potere, a dissapori personali o a una vendetta per dissapori politici. Le indagini della Procura di Prato mirano a fare piena luce su questa vicenda, per accertare la verità e per tutelare la reputazione di tutte le persone coinvolte.

Il caso di Prato è l’ennesimo triste esempio di come il conflitto politico si possa trasformare in una battaglia senza esclusione di colpi, dove non si esita a usare armi vili come la diffamazione e la minaccia. Un segnale preoccupante per la democrazia e per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L’inchiesta di Prato è ancora in corso e le indagini faranno luce su questa storia tutt’altro che edificante per l’amministrazione locale.

Vincenzo Maccarrone

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