Debiti, da oggi cambiano le regole: dopo un anno scatta la prescrizione | L’Agenzia delle entrate conferma tutto

I debiti si prescrivono dopo un anno

La sede dell'Agenzia delle entrate - Facebook - Lagazzettadiviareggio.it

Una bella notizia per milioni di contribuenti. Dopo un solo anno dalla notifica dei debiti parte la prescrizione ma è necessario stare attenti

Debiti cancellati a un anno di distanza dalla notifica. In base ad alcune indiscrezioni circolate di recente si è diffuso il principio relativo alle cartelle esattoriali secondo il quale se dalla notifica sia trascorso più di un anno cade l’obbligo di pagarle.

In effetti queste voci non sono prive di fondamento, alla luce del fatto che esistono termini precisi di decadenza e prescrizione. La tempistica di un anno è certamente applicabile e può favorire soprattutto i ceti meno abbienti della popolazione.

Per comprendere meglio la situazione è necessario distinguere tra i due suddetti concetti di vitale importanza nel diritto tributario. Il primo è la decadenza che riguarda il termine entro cui l’ente impositore (l’Agenzia delle Entrate) o l’Agente della Riscossione (ex Equitalia, ora Agenzia delle Entrate-Riscossione) deve notificare la cartella esattoriale.

Se la cartella non viene notificata entro il termine di decadenza previsto dalla legge per quel tributo specifico (che varia a seconda della natura del credito, ad esempio 5 anni per le tasse locali, 3 anni per l’IVA), il diritto a riscuotere il credito decade.

Debiti, tutto quello che c’è da sapere sulla decadenza

La prescrizione invece riguarda il termine entro cui il credito tributario, una volta validamente notificato tramite cartella, può essere effettivamente riscosso. Se dopo la notifica l’Agente della Riscossione non compie atti interruttivi della prescrizione (come un sollecito di pagamento, un preavviso di fermo amministrativo, un pignoramento), il credito si estingue per prescrizione.

I termini di prescrizione variano notevolmente a seconda del tipo di tributo o sanzione: 10 anni per i crediti di natura erariale (IRPEF, IRES, IVA, imposte di registro, ICI/IMU se accertate dall’Agenzia delle Entrate). 5 anni per i tributi locali (TARI, IMU, TASI se accertate dai Comuni), multe stradali (se notificate dalla Polizia Municipale), contributi previdenziali e assistenziali (INPS, INAIL). Infine, 3 anni per il bollo auto.

Cartella esattoriale in arrivo?
Attenzione alle scadenze delle cartelle esattoriali – Depositphotos – Lagazzettadiviareggio.it

Debiti, ecco la prescrizione di un anno

La confusione in merito al singolo anno di prescrizione potrebbe derivare da alcune specifiche situazioni, come ad esempio il termine per impugnare il preavviso di fermo amministrativo o ipoteca, o per contestare la validità di un atto successivo alla cartella, ma non è un termine generale per la validità della cartella stessa dopo la sua notifica.

Pertanto se si riceve una cartella esattoriale e si nutrono dubbi sulla sua validità, sulla tempestività della notifica o sulla prescrizione, è fondamentale non ignorarla, verificare la data di notifica e successivamente consultare un professionista.