Lavoro, gli errori del passato costano cari | ULTIM’ORA: scattano i controlli a tappeto di tutti i social network

Essere licenziati

Venire licenziati (Canva) Lagazzettadiviareggio.it

Attenzione a cosa pubblichi sui social network. Adesso i controlli sono partiti a tappeto e potresti rischiare un licenziamento.

Quando si tratta di lavoro, è sempre bene seguire le regole ed evitare di fare i furbetti. Tuttavia, senza saperlo, potresti aver commesso un errore nel passato che potrebbe tornare a galla in fase di colloquio o collaborazione con un’azienda.

Inutile dire che la cosa ha sconvolto i lavoratori della nostra nazione e, proprio per questo, è bene scoprire di cosa si tratta.

Purtroppo, spesso e volentieri, può capitare che il nostro datore di lavoro scelga di interrompere la collaborazione con noi. I motivi possono essere molteplici, ma in ogni caso può trattarsi di una vera e propria botta. Se anche tu ami il tuo mestiere e non vorresti mai essere mandato a casa, c’è un dettaglio di cui dovresti essere a conoscenza e di cui non si sente quasi mai parlare. Pensa addirittura, che si tratta di una delle principali cause di licenziamento nella nostra nazione!

Ma di cosa si tratta? E perché, spesso e volentieri, gli scheletri dentro al nostro armadio potrebbero costarci caro? Te lo spieghiamo noi.

Quando i social network possono essere un’arma a doppio taglio

Ebbene sì, nella nostra nazione il datore di lavoro può decidere se licenziarci o meno in base ai post che condividiamo (o abbiamo condiviso) sui social network. Un commento di troppo su Facebook, potrebbe infatti ledere il rapporto fiduciario che abbiamo con l’azienda per cui lavoriamo. Questo perché, spesso e volentieri, alcuni post mediatici possono danneggiare l’immagine del posto in cui ci troviamo e, dunque, diventare una possibile causa di licenziamento.

Pensi che si tratti di una diceria? Ti sbagli di grosso e nel nostro Paese sono stati diversi i casi di interruzione della collaborazione per un motivo simile.

Usare il telefono
Usare i social media (Canva) Lagazzettadiviareggio.it

Il caso divenuto virale negli ultimi mesi

Per fare un esempio semplice, pochi mesi fa una maestra d’asilo della nostra nazione, ha denunciato mediaticamente l’ingiustizia ricevuta. La donna, oltre ad insegnare ai propri pargoletti, aveva infatti un canale Onlyfans in cui pubblicava dei contenuti più espliciti. Quando poi un padre ha scoperto questa seconda versione della maestra, ha deciso di denunciare immediatamente la cosa al Preside, il quale ha provveduto con un licenziamento immediato.

Bisogna inoltre sottolineare, che anche i post condivisi nel passato possono essere adocchiati dalle aziende e, proprio per questo, è sempre bene pensarci due volte prima di pubblicare sui social dei contenuti ambigui!