Ultim’ora, approvata la “TASSA SULLA DISOCCUPAZIONE” | Chi non lavora deve pagarla: nessuno è esente
Arriva la tassa sulla disoccupazione - Depositphotos - Lagazzettadivareggio.it
Può esistere una ‘tassa sulla disoccupazione’? A quanto pare sì e non è un ostacolo che si può aggirare. Milioni di persone sono nei guai
Sembra impossibile, eppure è tutto vero: esiste una ‘tassa sulla disoccupazione’ che i destinatari sono chiamati a versare. Uno dei principi storici dell’intera economia mondiale viene così ribaltato completamente.
Chi non lavora in genere non deve versare alcunché e la ragione è facilmente spiegabile: non producendo reddito, né da lavoro dipendente e né in regime di partita IVA, il disoccupato in questione non deve versare neanche un euro.
Esiste però una condizione particolare e unica nel suo genere che obbliga i cittadini coinvolti a pagare le tasse: si tratta di un beneficio che negli ultimi anni si è diffuso a macchia d’olio e sul quale è obbligatorio versare le imposte.
La categoria coinvolta direttamente è quella dei lavoratori dipendenti, in particolare del settore privato, che in caso di licenziamento hanno diritto ad accedere alla Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego.
La ‘tassa sulla disoccupazione’ esiste ed è un bel problema
Stiamo parlando della famigerata NASpI, l’indennità di disoccupazione che molti lavoratori si trovano a dover richiedere in particolari condizioni. Ebbene questo tipo di sostegno erogato dall’INPS è soggetto a tassazione, sulla NASpI va versata l’IRPEF. L’indennità di disoccupazione infatti è considerata a tutti gli effetti un reddito imponibile, al pari di un normale stipendio o di una pensione, e come tale è soggetta alle ritenute fiscali previste dalla legge.
Questo significa che l’importo lordo della NASpI che viene comunicato non è quello effettivo che il beneficiario riceverà sul proprio conto. Sull’indennità verranno operate delle trattenute IRPEF direttamente dall’INPS, che agisce in qualità di sostituto d’imposta.
Gestisce tutto l’INPS, non c’è alcuna via d’uscita
La tassazione della NASpI segue le stesse regole applicate ai redditi da lavoro dipendente. Vengono applicate le aliquote IRPEF progressive per scaglioni di reddito, le stesse che si utilizzano per calcolare l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Questo implica che l’ammontare delle trattenute varierà in base all’importo totale della NASpI percepita nell’anno. Oltre all’IRPEF, sulla NASpI possono essere applicate anche le addizionali regionali e comunali.
È importante sottolineare che pur essendo soggetta a IRPEF, l’indennità di disoccupazione può beneficiare delle detrazioni d’imposta previste per i redditi da lavoro dipendente, come le detrazioni per lavoro dipendente, per carichi di famiglia (coniuge, figli a carico) e altre detrazioni specifiche. Al termine dell’anno fiscale l’INPS rilascerà la Certificazione Unica (CU) relativa agli importi della NASpI erogati e alle ritenute fiscali operate. Questo documento sarà fondamentale per la compilazione della dichiarazione dei redditi dell’anno successivo.