Nuovo “Bonus sterilizzazione”: più soldi e meno tasse per chi sceglie di non avere figli | Ma se li hai già preparati alla mazzata

Molte coppie preferiscono non avere figli - Depositphotos - Lagazzettadiviareggio.it
L’Italia è alle prese ormai da molti anni con una crisi demografica devastante. E le cause principali sono di natura prettamente economica
Il calo delle nascite in Italia non è più una tendenza, ma una realtà allarmante che continua a peggiorare anno dopo anno. I dati recenti mostrano infatti un Paese che invecchia rapidamente, con un numero di nuovi nati che scende ai minimi storici.
Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici e complesse ma convergenti in un unico, desolante quadro: per molte coppie fare figli in Italia sembra non convenire più. Questa percezione non è solo economica, sebbene i costi siano un fattore preponderante.
Le cause di questa tendenza sono da far risalire ad un mix di incertezze future, mancanza di supporto strutturale e una pressione sociale e lavorativa sempre crescente che rende la genitorialità un ostacolo insormontabile per molti.
Analizzando i dettagli emerge un ventaglio di ragioni che scoraggiano la crescita demografica: in primis, crescere un figlio in Italia è estremamente oneroso. Si stima che dal pannolino all’università il costo medio per figlio possa superare ampiamente i 150.000-200.000 euro.
Chi sceglie di non avere figli è un privilegiato, ecco perché
Questa spesa ingente include costi per alimentazione, abbigliamento, istruzione (libri, tasse scolastiche, attività extrascolastiche), assistenza sanitaria, trasporti e tempo libero. Le famiglie, in particolare quelle con redditi medi o bassi, faticano a sostenere queste spese senza un adeguato supporto economico dallo Stato.
Per i giovani soprattutto la difficoltà di accedere a un lavoro stabile e ben retribuito è un deterrente enorme. La precarietà contrattuale, i salari bassi e l’incertezza sul futuro rendono quasi impossibile pianificare una famiglia. Le donne in particolare si trovano di fronte al dilemma tra carriera e maternità, spesso penalizzate dal mercato del lavoro in caso di gravidanza.
Crescere un figlio è come scalare l’Everest
La rete di servizi per l’infanzia è insufficiente e spesso troppo costosa. Asili nido pubblici con posti limitati e rette elevate, scarso numero di scuole a tempo pieno e carenza di servizi di doposcuola o attività extra-curriculari accessibili costringono i genitori a ricorrere a soluzioni private o a ridurre l’orario di lavoro, con un impatto negativo sul reddito familiare. La conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare rimane una sfida ardua.
Orari di lavoro rigidi, scarsa flessibilità e una cultura aziendale non sempre sensibile alle esigenze dei genitori, specialmente delle madri, rendono difficile gestire contemporaneamente impegni professionali e cura dei figli. Le nuove generazioni vivono pertanto in un clima di incertezza economica, sociale e ambientale. La percezione di un futuro meno stabile e meno promettente rispetto a quello dei loro genitori contribuisce a frenare il desiderio di mettere al mondo nuove vite.