Aborto illegale dopo 6 settimane | Altro che 3 mesi: è cominciata la ‘caccia alle streghe’

Diritto all'aborto, la legge che stabilisce il tempo di 6 settimane - lagazzettadiviareggio.it (Foto pexels)
Si torna a parlare di diritto all’aborto in seguito ad una restrizione ferrea che ha lasciato di stucco: la libertà riproduttiva in pericolo.
L’aborto è un diritto delle donne: lo stabilisce la legge 194/1978 che concede di decidere se interrompere o meno la gravidanza entro dei limiti di tempo stabiliti.
La libertà riproduttiva femminile sembrava, dunque, essere messa al sicuro da una normativa, ma negli ultimi anni si è tornato a discutere di ciò, imponendo una serie di vincoli e limitazioni che rendono l’Italia uno dei Paesi meno progrediti rispetto al resto d’Europa.
Nella Penisola, infatti, vige il diritto all’aborto chirurgico o farmacologico, ma l’alto numero di obiettori di coscienza tra ginecologi, medici e farmacisti, e alcune limitazioni volute dal Governo in carica (ne è un esempio l’inserimento delle associazioni pro-vita nei consultori), hanno portato l’Italia ad essere una delle nazioni con il tasso di aborto più basso in Europa.
La legge in vigore consente di interrompere volontariamente la gravidanza entro 90 giorni, ma esiste una norma ancora più ferrea che ha messo le donne in gravissima difficoltà.
L’aborto in Italia: i dati
Secondo i dati riportati da scienzainrete.it, con 182 procedure di aborto medico ogni 1000 nati, l’Italia si conferma come uno dei Paesi con tassi di aborto più bassi d’Europa. I vincoli e le limitazioni alla legge 194 hanno provocato così una serie di conseguenze, non solo fisiche ma anche psicologiche, sulle donne. Imporre delle restrizioni ad una libera scelta, come l’ascolto del battito fetale e l’inserimento delle associazioni anti abortiste nei consultori, non può fare altro che rendere meno autonoma la decisione della gestante.
Tali limitazioni, dunque, potrebbero avere un effetto negativo sulla psiche della donna, limitarne il diritto di autodeterminazione e incrementare anche le pratiche abortive illegali o il “turismo medico”. Nonostante tali considerazioni continuino ad essere ancora oggi oggetto di discussione, esiste un Paese dove le donne sono costrette ad abortire entro un limite di tempo davvero ridotto rispetto ai 90 giorni concessi in Italia.

Aborto legale entro 6 settimane
In quattro Stati dell’America vige il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza entro le 6 settimane. Tale legge, in vigore in Georgia, Florida, Iowa e Carolina del Sud, ha dato vita ad un dibattito sui diritti riproduttivi negli USA e sulla capacità di autodeterminarsi delle donne. Come riportato da alcuni dati statistici resi noti da Guttmacher Institute, il “37% delle donne che hanno abortito nel 2021 e nel 2022 hanno scoperto di essere incinte dopo sei settimane o anche di più”.
Il dato più allarmante è che la gravidanza viene scoperta dopo tale periodo soprattutto tra le più giovani, che quindi non hanno più possibilità di accedere alle pratiche per l’aborto chirurgico o farmacologico. Inoltre, in questi Stati, le donne che scoprono la gravidanza prima delle sei settimane, riscontrano difficoltà nell’accesso tempestivo all’aborto, dovendo attendere anche oltre 24 ore per un appuntamento con un medico. Coloro che scoprono la gravidanza oltre il limite previsto per legge sono, invece, costrette ad andare in altri Stati che prevedono leggi meno restrittive per l’interruzione volontaria della gestazione.