TFR, Naspi e 90mila euro cash | A chi lascia il lavoro spetta tutto questo: già presentate migliaia di dimissioni

Migliaia di euro per il TFR - Depositphotos - Lagazzettadiviareggio.it
A volte licenziarsi dal proprio posto di lavoro conviene. È il caso di un’azienda italiana che ai lavoratori in uscita eroga migliaia di euro
Sembra folle, ma in realtà ha una sua logica stringente. Non tutti sanno che a volte abbandonare di proposito il proprio posto di lavoro può risultare conveniente, soprattutto dal punto di vista strettamente economico.
In particolare nel settore privato, quello in cui molto spesso stipendi e salari diventano oggetto di pericolose e sgradite oscillazioni e le garanzie per i dipendenti non sono particolarmente solide.
Il settore automobilistico ad esempio appartiene a questa categoria. Sia in Italia che nel resto d’Europa il mercato dell’auto sta vivendo una fase di crisi assai profonda e ad oggi di difficilissima soluzione.
Per cogliere ed interpretare al meglio queste trasformazioni tutti i marchi più rappresentativi e influenti del Vecchio Continente sono costretti a rivedere le proprie politiche salariali, comprese le soluzioni in caso di interruzione del rapporto lavorativo.
Entrano 90mila euro tra Naspi e TFR, occasione da non perdere
Pienamente coinvolto in questa fase di grandi cambiamenti è il gruppo Stellantis, il colosso nato dalla fusione di FCA e PSA, che sta gestendo questa fase delicata attraverso un’importante opera di riorganizzazione del personale in Italia.
L’azienda ha messo in campo una serie di accordi per l’esodo volontario incentivato, offrendo ai lavoratori la possibilità di lasciare il posto di lavoro con un cospicuo incentivo economico, che può arrivare fino a 90.000 euro, a cui si aggiunge il diritto alla NASPI, l’indennità di disoccupazione. Un piano che, complessivamente, mira a coinvolgere circa 2.000 lavoratori su scala nazionale.
Fioccano le dimissioni, la Naspi e il TFR fanno gola
La strategia, già adottata con accordi specifici in stabilimenti storici come Mirafiori a Torino e Cassino, sta ora interessando anche il polo produttivo di Atessa in Abruzzo. L’estensione di questi piani di “uscita incentivata” a un sito così strategico, uno dei più grandi d’Europa nel settore dei veicoli commerciali leggeri, conferma la portata della riorganizzazione in atto. L’offerta complessiva di 90.000 euro (l’importo varia in base all’anzianità, all’età e al CCNL applicato) mira a incentivare le dimissioni volontarie di quei lavoratori che si avvicinano alla pensione o che sono interessati a un cambio di percorso professionale.
La cifra è significativa, pensata proprio per rendere l’opzione attrattiva e fornire una rete di sicurezza in attesa di una nuova occupazione o della pensione. Per i lavoratori coinvolti la scelta è difficile: cogliere l’opportunità economica per un nuovo inizio o resistere in attesa di sviluppi industriali più chiari. Per i sindacati è un compromesso tra la tutela dell’occupazione e la gestione di una fase di profondo cambiamento che coinvolge l’intero settore automotive.