“Chiusura a tappeto”: la top catena Italiana di vestiti annuncia i licenziamenti | 60 anni di storia distrutti così

Cartello 'chiuso per cessata attività' e serrande chiuse

Il colosso dell'abbigliamento Made in Italy chiude i suoi punti vendita - lagazzettadiviareggio.it

L’azienda italiana di abbigliamento non è riuscita ha risanare il colpo della lunga crisi: annunciata la chiusura di 8 negozi in tutta Italia.

La crisi del settore della moda in Italia è un dato di fatto. Il settore dell’abbigliamento in Italia, già messo a dura prova dalla crescente concorrenza e dai cambiamenti nelle abitudini di consumo, ha vissuto un colpo drammatico durante la pandemia di COVID-19.

La chiusura dei negozi, l’incertezza economica e la diffusione dell’e-commerce hanno spinto molte catene storiche a fare i conti con un futuro incerto. Catene come Benetton, H&M e Zara sono solo alcune delle realtà che hanno visto i loro bilanci aggravarsi, con chiusure di punti vendita e la perdita di posti di lavoro.

A conti in mano, l’intero settore ha subito una riduzione significativa del numero di punti vendita, con la chiusura di 17.000 negozi di moda in quattro anni. E adesso, un’altra catena tra quelle già segnate, è destinata a chiusure ben 8 punti vendita nel 2025.

Una crisi arrivata al culmine

Sono molte le realtà che hanno visto crisi in questi anni. Si parte da H&M, che ha registrato un calo del 46% delle vendite e ha chiuso 3.441 negozi a livello globale, di cui 8 in Italia. Per poi passare a Zara, che ha temporaneamente chiuso oltre la metà dei suoi negozi e ha subito un calo delle vendite del 24% a marzo 2020. Non sono esenti Benetton e Geox che non negano la crisi. E stavolta, tocca ad un altro grande colosso.

Il Gruppo Coin, storica catena italiana di abbigliamento e accessori, non è riuscita a risollevarsi dalla lunga crisi economica, aggravata ulteriormente dalla pandemia. Nel 2025, 8 negozi verranno chiusi in tutta Italia, un segno inequivocabile della difficoltà del settore. Tra questi, punti vendita storici come quelli di Roma, Milano, Vicenza e Sesto Fiorentino. La situazione è il risultato di anni di difficoltà che hanno portato l’azienda ad accumulare un debito di circa 80 milioni di euro, aggravato dalle sfide legate al Covid-19. Adesso, in ballo, c’è il futuro dei 92 dipendenti.

Cartelli di svendita Coin per cessata attività
Coin svende tutto a fronte della chiusura – lagazzettadiviareggio.it

Il futuro dei lavoratori

Nonostante il licenziamento non sia ancora certo, la prospettiva di ricollocare i lavoratori coinvolti nelle chiusure appare complicata. Sebbene l’azienda abbia espresso la disponibilità a cercare soluzioni per evitare azioni unilaterali, la situazione economica non consente di spostare i dipendenti in altre sedi.

Per molti, il cambio di città potrebbe risultare insostenibile, soprattutto considerando le difficoltà economiche che non garantiscono l’adeguata tutela per i lavoratori, specie quelli in provincia. Ad oggi, la necessità di un piano sociale di ricollocazione rimane una priorità, ma le risposte concrete si fanno ancora attendere.