Tre giorni per offrire e cercare lavoro. Questo l’impegno di Confcommercio Imprese per l’Italia - Province di Lucca e Massa Carrara che ha organizzato, in tre città differenti l’evento “Job Week”. Lunedì 21 (a Lucca in via Fillungo), martedì 22 (a Viareggio in via Repaci) e mercoledì 23 (a Massa in via Massa Avenza), nelle rispettive sedi dell’associazione dalle ore dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 si incontreranno domanda e offerta.
180 richieste di impiego e 78 le aziende totali che hanno aderito all’iniziativa, con proposte che spaziano tra i molteplici mestieri : commesso, cuoco e anche webmaster.
Per quanto riguarda l’area viareggina l’offerta è stata più incentrata sul mondo del turismo, probabilmente anche vista l’imminente stagione estiva. 35 le aziende locali presenti per un’ottantina circa di richieste.
L’intervista a Piero Bertolani, vicepresidente di confcommercio Viareggio, dopo i primi due giorni di evento.
Cosa può dire dei numeri che ci sono stati in risposta al vostro evento?
“ Hanno risposto troppe poche persone. Il rapporto è di uno a due e non è quello che ci saremmo aspettati. Forse abbiamo sbagliato qualche cosa nella comunicazione, anche se sindacati e centro per l’impiego ci dicono che è un problema comune, o forse ci sono forme di reddito più “facile”. Tutto questo è in contrasto con quello che si legge spesso anche sui social dove si parla, sopratutto per quanto riguarda la stagione, di sfruttamento. Un’azienda che viene qua, propone il contratto della confcommercio che è quello più favorevole per il dipendente, questo significa esserci e mettersi in gioco.”
Pensa che la pandemia sia in parte causa di questo rallentamento?
“Sicuramente anche questo influisce. Le depressioni legate a pandemia e lavoro ci sono. Ci è capitato di ascoltare storie di persone che ci raccontano che a causa della pandemia il lavoro è calato e questo ha portato alla depressione. Personalmente lo capisco benissimo, ma forse uno dovrebbe essere anche un po’ ottimista.”
Per quanto riguarda Viareggio hanno aderito molte aziende legate al turismo. Quale è l’ambito e la figura professionale più difficile da trovare?
“ Nel turismo c’è una buona professionalità. Chi cerca un cuoco o un cameriere, cerca persone con una formazione già specifica. Il problema più grande è per quanto riguarda il commesso/a. Probabilmente perché non c’è un vero interesse per quanto riguarda questo lavoro. Viene considerato un lavoro di passaggio. Questa cosa io la dico da sempre, in Italia ci sono le scuole di tutto, dal cuoco al sarto, scuole di commesso non ce n’è. Non è un lavoro per niente scontato. Il problema è che il commesso non viene considerato spesso come un lavoro fisso, viene considerato come un ripiego. Le persone che vengono a proporsi non sanno elencarmi 5 marche di vestiti, questo dimostra che manca l’interesse.
Parlando quindi proprio del lavoro del commesso, cosa ci può dire?
“Che non è un lavoro facile. Devi avere tanta pazienza, essere un po’ psicologo e quando arrivi a lavorare devi aver chiuso i tuoi problemi personali e li devi aver lasciati a casa. Per la pazienza ci vogliono i giovani. Spesso ti arrivano delle persone che hanno la giornata storta e tu se riesci a farli andare via, che hanno comprato qualche cosa e stanno meglio, hai fatto un buon lavoro, ma non è facile. Ora va di moda entrare in un negozio, provarsi 8 paia di scarpe e alla fine dire che ci si deve pensare e comprare le stesse scarpe su internet, magari a 5 euro meno. Questo per i commessi è stressante, frustrante e umiliante.
Quindi anche internet sta influenzando molto il mercato?
“ Non è internet che ha rovinato il mercato, ma spesso la maleducazione delle persone. Ora sta un po’ scemando. Si sta tornando a comprare in negozio. Dopo aver preso un paio di fregature on line, le persone cominciano a apprezzare nuovamente il contatto, poter vedere l’oggetto, avere un confronto.
Molto spesso viene richiesta l’esperienza. Come funziona?
“Si parte con il titolo di studio, poi con i ragazzi giovani si sa che l’esperienza non c’è. Spesso vengono organizzati stage. La regione stessa organizza corsi di formazione professionale. Quello che non capisco è : se vai a fare un corso professionale di una qualche cosa vorrà dire che quella cosa ti interessa, no? Invece vedo molto menefreghismo nei giovani. Il lavoro è parte della realizzazione dell’essere umano, indiscutibilmente non si può vivere solo di quello, va cercato un equilibrio, ma credo sia importante, non solo a livello economico, ma anche proprio a livello di realizzazione personale”
Avete più richieste di lavoro da parte delle donne o degli uomini?
“La maggioranza donne, per una misura di 5 a 1 più meno. Almeno per quanto mi riguarda”
C’è stata un'affluenza anche da parte di stranieri?
“No, per quello che so, per ora, almeno su Viareggio abbiamo solo viareggini”.
Idee per il futuro di questo tipo di evento?
“Probabilmente dovremmo farlo fuori, all’aria aperta, più tipo fiera, ma questo è un’idea così, al volo. Sicuramente ragioneremo sugli errori e sulla possibilità di allargare e coinvolgere sempre di più”.
Domani “Job Week” si sposterà a Massa e si parlerà ancora di lavoro domanda e offerta, se non vi siete ancora prenotati potete farlo sul sito di confcommercio.
