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Scritto da Redazione
Massarosa
03 Febbraio 2023

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In occasione della Giornata Mondiale Delle Aree Umide Legambiente Toscana e WWF Toscana lanciano un allarme sulla situazione del parco MSM affrontando in particolare il Piano Integrato.

Secondo le due associazione ambientaliste infatti alla luce della strategia dell’Unione Europea sulla biodiversità per il 2030, ove si raccomanda di estendere al 30 per cento del territorio terrestre e marino le Aree Protette entro il 2030 e di raddoppiare il territorio attualmente protetto, vanno inquadrate anche le vicende della pianificazione dei parchi toscani. “La cornice nazionale e internazionale  -spiegano – impone una decisa accelerazione verso un incremento consistente delle superfici sottoposte a protezione, estendendo i confini dei parchi a partire dal perimetro attuale e aumentando – sul piano qualitativo – l’efficacia degli strumenti e delle istituzioni deputate alla conservazione della natura”. Secondo Legambiente Toscana -WWF Toscana sul Parco Di Migliarino invece, la Toscana non solo non ha istituito nuove Riserve Naturali negli ultimi 10 anni ma ha anche cancellato le ANPIL, Aree Naturali Protette di Interesse Locale, ponendole al di fuori dei sistemi regionali e nazionali delle Aree Protette. “."Quindi,se, come nel caso di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli – continuano – è addirittura il Parco a proporre un arretramento dei confini e una riduzione di quel territorio che ha sapientemente amministrato per oltre 40 anni evitando consumi di suolo, proteggendo non solo la biodiversità ma anche il territorio agricolo e le produzioni di qualità, non c’è il rischio di veder abdicare l’Ente a un ruolo che ha finora ricoperto con grande efficacia? Se si perde il presidio del territorio proprio a partire dalle potestà di un Parco, non c’è davvero speranza per le politiche di conservazione”.

“Noi vogliamo un Parco più forte – chiariscono le due associazioni –  non un parco ridotto e depotenziato. Vogliamo un Parco rafforzato nelle dimensioni e nelle sue prerogative, nelle risorse economiche e nella dotazione di personale. Un Parco che cresca sul territorio e col territorio e non un Parco che arretri di fronte alle pressioni dell’espansione urbanistica e di una “valorizzazione” immobiliare davvero fuori dal tempo”.

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